La natura del conformismo sociale: L'individuo tra identità e appartenenza


La Liberazione dal Dover Essere

In certe circostanze, specialmente sotto stress, l’identità personale sembra dividersi in due dimensioni: quella esterna e visibile, costruita sull’immagine di sé, e quella interiore, dove giacciono i bisogni e i desideri più autentici. In questi momenti, la parte più profonda reclama di emergere, inviando segnali che amplificano l’insoddisfazione e il senso di infelicità. Diventa quindi necessario riscoprire il proprio vero sé, portando alla luce quegli aspetti di sé stessi che sono stati relegati ai margini per lungo tempo.

Questo mondo interiore è fatto di creatività, di cambiamenti, della ricerca di un significato nuovo per la propria vita, per il lavoro, e per le relazioni con gli altri. È come se la parte nascosta della propria identità invitasse a un cambiamento, a riscoprire ciò che nel tempo è stato sacrificato per fare spazio a obblighi e responsabilità spesso distanti dai veri bisogni.

Riscoprire il vero sé significa impegnarsi in attività nuove e più appaganti o semplicemente cambiare la prospettiva con cui ci si percepisce. È un ritorno al piacere di essere se stessi, una liberazione dai vincoli che, come osserva Bauman, sono per lo più costruzioni della mente.

Il Bisogno di Appartenenza a un Gruppo Sociale

Il bisogno di appartenenza è una componente essenziale del più ampio desiderio di socializzazione dell’essere umano. Nella nostra cultura, questo bisogno è spesso interpretato come apertura verso gli altri e come costruzione di legami. Tuttavia, la socializzazione non è fatta solo di vicinanza agli altri, ma anche di un’esigenza più emotiva di sicurezza e prevedibilità nei comportamenti e nelle intenzioni altrui. In altre parole, tendiamo ad avere maggiore fiducia in chi percepiamo come culturalmente – o persino etnicamente – affine, anche se da un punto di vista logico questa preferenza è irrazionale. È una sorta di scorciatoia emotiva che la mente utilizza per gestire un mondo complesso e sfidante.

Ogni individuo costruisce la propria identità attraverso una varietà di fattori; tuttavia, quando l’identità personale è strettamente legata all’appartenenza a un gruppo, ci si sente più pronti a far fronte alle sfide, più resilienti di fronte a ostacoli e difficoltà.

Fingere che le barriere culturali possano essere rimosse istantaneamente può essere un piacere illusorio. Una vera apertura agli altri, autentica e arricchente, porta con sé anche disagio e non si riduce a una semplice e superficiale cordialità. Ognuno di noi cerca negli altri un equilibrio tra differenza e somiglianza: la giusta dose di differenza per evitare la noia e abbastanza somiglianza per non sentirsi disorientato. Come osservano Baumeister e Leary, nelle relazioni desideriamo tanto novità e stimolo quanto un certo grado di continuità emotiva, fiducia reciproca e una rassicurante prevedibilità, che rendono i rapporti autentici e fruttuosi.

È proprio questa capacità di riconoscere nell’altro tratti sia nuovi che prevedibili che ci dà l’energia per incontrare il diverso e lasciarcene stimolare. Non c’è vero incontro senza una certa barriera; eppure, questa barriera, purtroppo, è inevitabilmente costruita con materiali semplici: stereotipi, luoghi comuni e semplificazioni culturali, che sono i segnali primitivi di appartenenza al gruppo.

Psicologia Sociale: la Costruzione delle Norme

Nell’ambito della psicologia sociale, si ritiene che, poiché siamo profondamente influenzati dalle azioni e idee degli altri, l’interazione tra i membri di un gruppo porta pensieri, sentimenti e comportamenti a diventare progressivamente più simili. Quando si affronta un compito valutativo – sia esso chiaro o ambiguo – i giudizi individuali tendono a convergere, dando così origine a una norma sociale. Le norme sociali rappresentano modi di pensare, sentire o comportarsi ampiamente condivisi, sui quali i membri di un gruppo si trovano d’accordo, ritenendoli appropriati e giusti.

Per guidare il comportamento, è necessario che le norme siano richiamate alla mente. Possono essere attivate da stimoli espliciti, come ordini diretti o segnali di divieto, oppure da suggerimenti più sottili, come l’osservazione del comportamento altrui. Talvolta, le norme vengono rinforzate attraverso premi e sanzioni; più spesso, però, gli individui le seguono perché le considerano giuste, perché sono sostenute dal comportamento degli altri membri del gruppo o perché vengono richiamate frequentemente da stimoli esterni.

Norme Stabilite dall’Autorità

Gli esperimenti condotti da Stanley Milgram nel 1961 e da Philip Zimbardo nel 1971 hanno suscitato grande scalpore, mettendo in evidenza quanto l’adesione alle norme sociali possa diventare forte quando sono imposte da un’autorità. Vale la pena ricordare brevemente l’esperimento che Milgram condusse all’Università di Yale, replicato in numerose occasioni e coinvolgendo migliaia di partecipanti. In laboratorio, un volontario, convinto di partecipare a un esperimento di memorizzazione, doveva correggere un altro individuo – in realtà un attore che fingeva di essere una cavia – somministrandogli scosse elettriche di intensità crescente ogni volta che rispondeva in modo errato. Le scosse, pur simulate, erano indicate fino a un massimo di 450 V e accompagnate da avvertenze come “scossa pericolosa,” mentre la “cavia” reagiva con lamenti, proteste e infine urla. L’obiettivo era valutare fino a che punto il volontario avrebbe accettato di infliggere dolore, pur notando l’apparente sofferenza della “cavia,” seguendo le direttive dell’autorità che conduceva l’esperimento. Secondo i risultati, la maggior parte dei partecipanti si rivelò obbediente, somministrando scosse anche a livelli pericolosi.

Analogamente, l’esperimento condotto da Zimbardo sull’adesione alle norme di gruppo produsse esiti altrettanto drammatici. L’esperimento assegnò casualmente a 24 studenti il ruolo di guardia o prigioniero, e li inserì in una prigione simulata all’interno dell’Università di Stanford, con strutture e procedure che rispecchiavano le prigioni del Texas, compresi i protocolli di arresto. Le guardie non ricevettero specifici addestramenti, ma vennero istruite a far rispettare le norme a loro discrezione; i prigionieri, invece, erano stati informati delle condizioni di umiliazione e delle violazioni della privacy cui sarebbero stati sottoposti. I risultati furono drammatici: nonostante la durata prevista di due settimane, l’esperimento venne interrotto dopo soli sei giorni a causa dell’impatto psicologico che generò sugli studenti. In pochi giorni, le guardie iniziarono a manifestare comportamenti sadici e maltrattanti, mentre i prigionieri mostravano segni di stress e depressione evidenti.

Norme Stabilite dal Leader del Gruppo

Come osservò l'ex presidente degli Stati Uniti Eisenhower, "la leadership è la capacità di decidere cosa va fatto e fare in modo che gli altri desiderino farlo." In termini generali, la leadership è il processo con cui uno o più membri del gruppo riescono a influenzare e motivare gli altri per raggiungere obiettivi condivisi. Il leader, infatti, definisce gli obiettivi, struttura il gruppo, stabilisce la gerarchia, assegna compiti e crea così le norme sociali che guideranno il gruppo.

Un famoso “esperimento” sociale condotto dal professore di liceo Ron Jones nel 1967 ha messo in luce fin dove può spingersi l’adesione a norme di gruppo, quando queste sono introdotte da una figura carismatica. L’esperimento ebbe luogo in aprile, durante il corso di Storia Contemporanea che Jones teneva alla Cubberley High School di Palo Alto, California. Spiegando ai suoi studenti il nazismo, uno di loro chiese come fosse possibile che il popolo tedesco sostenesse di non sapere delle atrocità compiute. Jones decise di rispondere a questa domanda dedicando l'intera settimana successiva a una simulazione.

La forza attraverso la disciplina.
Il primo giorno, Jones introdusse il concetto di disciplina, considerato un valore centrale del nazismo. Dopo aver parlato della bellezza della disciplina, dell’esercizio e del controllo, invitò i ragazzi a esercitarsi mantenendo una postura seduta ben definita, per favorire la concentrazione e rafforzare la volontà. In poco tempo tutti adottarono la postura e riuscivano ad alzarsi e sedersi senza fare rumore. L’ambiente disciplinato sembrava migliorare l’attenzione e la produttività della classe, portando Jones a riflettere su quanto possa essere rispettata una norma sociale imposta.

La forza attraverso la comunità.
Il secondo giorno, gli alunni si erano già messi nella posizione stabilita senza bisogno di indicazioni. Jones iniziò la lezione spiegando il valore della comunità, della condivisione di obiettivi comuni e della solidarietà. Insieme alla classe, crearono un motto: "la forza attraverso la disciplina, la forza attraverso la comunità." Con grande sorpresa, Jones si accorse che gli studenti aderivano con entusiasmo a questa nuova autorità, e in risposta inventò un saluto esclusivo per i membri del gruppo, il cui simbolo era un’onda. Nasceva così “La Terza Onda,” un nome che evocava l’idea di una potente forza di cambiamento, capace di trascinare tutto con sé. Alcuni studenti di altre classi iniziarono a chiedere di unirsi al movimento.

La forza attraverso l’azione.
Il terzo giorno, diversi nuovi studenti si unirono al gruppo. Jones enfatizzò il valore dell'azione, dell’assumersi la responsabilità e della protezione della propria comunità. Assegnò dei compiti: ciascuno doveva creare un simbolo per la Terza Onda, memorizzare i recapiti di tutti i membri, convincere altri studenti a partecipare e suggerire nuovi possibili aderenti. Inoltre, vennero stabilite procedure di iniziazione per i nuovi membri. Alla fine della giornata, la Terza Onda contava oltre duecento studenti. A quel punto, l’esperimento iniziava a sfuggire al controllo di Jones: uno studente che prima era considerato anonimo si propose come guardia del corpo, entusiasta del nuovo ruolo che gli dava un senso di appartenenza. Il professore non poté rifiutare.

La forza attraverso l’orgoglio.
Il quarto giorno, Jones decise di concludere l'esperimento, rendendosi conto che interromperlo di punto in bianco sarebbe stato destabilizzante. Preferì adottare una tattica inaspettata. All’inizio della lezione, parlò di orgoglio e poi fece una rivelazione: la Terza Onda non era solo un esperimento, ma faceva parte di un movimento nazionale che selezionava giovani per una rivoluzione politica imminente. Spiegò che il movimento sarebbe stato presentato in diretta televisiva il giorno seguente, con un messaggio rivolto ai membri dei mille gruppi sparsi nel Paese.

La forza attraverso la comprensione.
Il quinto giorno, Jones riunì tutti nell’auditorium della scuola. Alle 12:05 il grande schermo si accese, e gli studenti fissarono per due minuti uno schermo vuoto. Gradualmente iniziarono a chiedersi cosa stesse succedendo. A quel punto Jones rivelò la verità: non c’era nessun leader, nessun movimento nazionale chiamato la Terza Onda. Fece notare come tutti fossero stati manipolati, proprio come era accaduto in Germania durante l’ascesa del nazismo. Concluse spiegando che l’esperimento mostrava come il fascismo non sia un’ideologia lontana, ma possa manifestarsi in ciascuno di noi, attraverso i comportamenti e le abitudini quotidiane, e la ricerca di un leader forte e di disciplina per mantenere l’ordine sociale.

Riflettere sulle norme e sul conformismo

L’esperimento della Terza Onda e quelli di Milgram e Zimbardo mostrano quanto l’essere umano sia vulnerabile all’influenza del gruppo e dell’autorità, rivelando che il bisogno di appartenenza e sicurezza può portarci a conformarci anche a norme estranee ai nostri valori. Comprendere questi meccanismi non ci aiuta solo a capire il comportamento umano in situazioni estreme, ma anche a riflettere sulle nostre decisioni quotidiane e sull’influenza che le norme sociali esercitano su di noi.

Per chi desidera esplorare come le dinamiche sociali e i bisogni personali incidono sul proprio modo di vivere e relazionarsi, prenotare una seduta con me può essere un primo passo verso una maggiore consapevolezza. La prima seduta è gratuita e rappresenta un’occasione per iniziare a costruire un percorso di crescita e comprensione personale.



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